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D & R Estratti - SAIPRAKASHANA.COM/IT

D Swami, non sono sicuro di meritare la benedizione così grande che ci hai concesso. Come possiamo sciogliere i nostri dubbi?

R Swami: Per Dio non ci sono calcoli.

È come il rapporto tra una madre e suo figlio. La madre non giudica il figlio.

La stessa cosa avviene tra Dio e voi. Come ho detto prima, continuate a riferirvi al vostro Sé divino. Non recitate nient’altro, solo questo mantra: “Io sono divino, io sono divino, io sono divino”.

Questo eliminerà tutta la negatività dalla vita. Vedrete solo positività ovunque. Sarete pieni di grande coraggio e fiducia.

In ogni situazione, ricordate a voi stessi: “Io sono divino, io sono divino, io sono divino”. Questo è sufficiente, se ci credete.


Satsang mattutino dei giovani al Prema Shanti Ashram, 27 settembre 2018, Escobar

D Swami, a volte, quando desidero agire in merito a qualsiasi cosa Tu dia, uso la motivazione di lavorare duramente per essa, perché penso: “Se me la merito davvero, Swami me la darà”. Qual è il modo migliore per sfruttare questo sentimento?

R Swami:Perché lavorare con un’aspettativa? Questo non è l’atteggiamento giusto. Si dovrebbe lavorare per la gioia di fare.

Un fiume scorre perché prova gioia nel farlo, non perché qualcuno lo elogia o lo ridicolizza, o perché qualcuno beve da lui o ci sputa dentro. Un fiume non sa nulla di tutte queste cose. Scorre per la gioia di scorrere in quel modo. La vita dovrebbe essere come il fiume: scorrere per il gusto di farlo, perché nel processo molti saranno aiutati. Non fluire con l’aspettativa di ottenere qualcosa. Nel momento in cui si ripone l’aspettativa in qualsiasi attività, questa diventa impura, non adatta a Dio. Nel momento in cui si elimina l’aspettativa, l’attività diventa pura e adatta a essere offerta a Dio.

Eliminate le aspettative dal vostro lavoro; non preoccupatevi se c’è merito o meno, perché in realtà nessuno merita Dio. Nessuno è così puro da meritarlo. È per la compassione di Dio che Egli si dona a voi, nonostante tutti i vostri difetti.

Non preoccupatevi dei meriti; continuate ad agire per il gusto di fare, solo per piacere a Dio. Ciò che Dio vuole farne è una sua scelta. Dovreste dire a Dio: “Signore, mi hai dato l’opportunità di servire. Questo servizio è la cosa migliore per me. Cosa posso chiederti di più? Centinaia di migliaia di persone non se ne rendono conto. Stanno sprecando tutto il loro tempo. Io non sono uno di loro. Grazie per questo”. Questo, già di per sé, è una benedizione.


Satsang presso Sai Karuna, Atlanta, USA - 22 giugno 2018

D Per favore, dacci più opportunità di servire tra l’India e la Francia. Vorremmo fare di più, ma come si può fare quando si hanno problemi nella vita?

R Swami:Dove c’è una volontà, c’è una via. Se lo volete veramente, Dio vi aprirà le porte e vi libererà la strada. Quando avete un vero sentimento di fare di più e di servire di più, Dio vi darà le opportunità. Vi aprirà nuove porte. Basta che siate disposti a offrirvi a Dio, per essere al suo servizio, ed Egli manderà i bisognosi da voi.

In Francia, da una parte c’è tanta prosperità, mentre dall’altra c’è un’estrema povertà, non spirituale, ma materiale. Per tutte le persone in Francia, proprio come nel Regno Unito, estendete il vostro servizio per il cibo a molte altre persone.

Il cibo sarà digerito durante la notte, ma l’amore che lo accompagna rimarrà per sempre nei loro cuori. Quell’amore è l’amore di Dio, che li renderà felici. Poi, come ha detto Tigrett, un atto di gentilezza porterà a un altro, che porterà a un altro ancora, ed è così che si diffonderà in tutto il mondo.

Quando servite, non pensate che state aiutando qualcuno. Come ho detto, “Tutti sono Uno”. Quando mangiate, la mano non aiuta la bocca, né la bocca aiuta lo stomaco. Sono tutte parti dello stesso corpo. Pertanto, qui non c’è aiuto, ma solo condivisione reciproca.

Verrò l’anno prossimo. Per allora, dovreste aver fatto più lavoro. Come farà la gente a sapere che il vostro Maestro è venuto e che l’avete incontrato, se questo non si riflette nella vostra trasformazione? Quando uscirete da questa sala, dovrete essere più divini, più amorevoli e più gentili, facendo più servizio. A quel punto le persone intorno a voi capiranno e penseranno: “Oh! È successo qualcosa quella sera”. Devono aver incontrato il Maestro e per questo sono più divini”.

Nei tempi antichi, nel villaggio in cui viveva Krishna, tutte le persone prendevano in prestito la fiamma della casa di Krishna per accendere le lampade nelle proprie case. Questa era la cultura. C’era anche un significato più profondo. Poiché Krishna era divino, la sua luce era quella della luce divina. Così, ogni giorno, prima che facesse buio, tutti venivano a casa di Krishna, non solo per prendere in prestito la fiamma per la loro lampada, ma anche per prendere in prestito questa divinità, per accendere la fiamma nel loro cuore e portarla nelle loro case buie. Allo stesso modo, prendete questa fiamma d’amore da qui, accendetela nel vostro cuore e andate a diffonderla a tutti coloro che vi circondano.


Visita divina in Francia, 2 aprile 2018 - Satsang pomeridiano a Parigi

D Swami, è giusto invitare altre persone a percorrere questo sacro sentiero prima che io stesso mi realizzi?

R Swami:Sì. Invitare gli altri a percorrere il sentiero della Divinità è un vostro dovere, purché li trattiate come compagni di viaggio o di classe. Tuttavia, se iniziate a comportarvi come il loro guru solo perché li avete invitati, scapperanno via in un attimo. Il vostro atteggiamento dovrebbe essere: “Impariamo insieme, cresciamo insieme”.

Purtroppo, a volte le persone imparano alcuni concetti spirituali e iniziano a ripeterli agli altri a pappagallo. Questo approccio non serve a motivare nessuno. Non dovete fare prediche agli altri, ma potete sempre condividere le vostre esperienze su questo cammino e aiutarli a capire quale svolta prendere, come andare avanti. Se aspettate di diventare perfetti e di aiutare gli altri, potrebbe essere troppo tardi.


Uvacha 16 - 21 marzo 2016, Morning Amagi Sans, Shizuoka, Giappone.

D Perché gli uomini e le donne devono stare separati durante le preghiere

R Swami:A cosa servono le preghiere? Le preghiere servono a tenere la mente concentrata su Dio.

Non ci si dovrebbe concentrare su nient’altro perché, se la mente vaga di qua e di là, la connessione con Dio diventa debole e, se si indebolisce, non si può sperimentare il Divino.

Bisogna evitare qualsiasi cosa si presenti che possa distrarre la mente. Non significa soltanto tenere gli uomini e le donne seduti in modo disciplinato o in modo diverso, ma non bisogna neanche mangiare troppo prima di andare a pregare.

State a digiuno prima di andare a pregare. Perché? Se mangiate troppo, lo stomaco interferisce con la preghiera: potreste avere nausea, indigestione e problemi simili. Mangiare troppo non è sattvico.

Il digiuno fa parte della preghiera. Nei tempi antichi, le persone pregavano al mattino presto, restavano a digiuno e poi si recavano al tempo. Ancora oggi, quando le persone vanno al tempio, digiunano. Perché?

È perché, quando si mangia troppo, questo può interferire con la preghiera.

Che cos’altro si fa? Si compiono certi riti prima di pregare, come fare il bagno e indossare vestiti puliti. Si accendono anche gli incensi e le lampade, perché si vuole scacciare il buio.

Tutto questo fa parte di determinati riti, di determinate regole. Gli antichi sapevano che tali rituali aiutavano la mente a concentrarsi meglio su Dio.


Mauritius, 12 dicembre 2018

D Quando insegniamo l’amore, le persone hanno paura di ciò che cerchiamo di insegnare loro. Pensano: ‘Voi insegnate la spiritualità e i mantra indù e così via’. È difficile replicare a tale mentalità.

R Swami:Insegnate la filosofia nella pratica. Chi è interessato può anche imparare i mantra, può anche recitarli. È la cosa migliore. Qual è il pensiero originale della religione? L’essenza della filosofia di Swami è la stessa della religione originaria, il Sanathana Dharma, come viene chiamato. Che cosa è sanathana? Sanathana significa ‘ciò che esiste sempre’. Che cos’è il dharma? Il dharma è la via. Perciò, il Sanathana Dharma è la via che è sempre esistita. Vedete, i riti, i Veda, i mantra sono come gli orari scolastici, le divise, le materie e la lingua in cui vengono insegnate: sono soltanto degli aspetti esteriori. La conoscenza, la comprensione che tutto è divino è la religione originaria. Tuttavia, per impararla, bisogna andare a scuola e imparare le lezioni. Le altre cose servono soltanto ad aiutare a comprendere questa conoscenza.

Scuole diverse hanno uniformi diverse, diversi orari, lingue diverse. Le religioni sono come le lingue: sono modi diversi di comprendere lo stesso messaggio. Hanno gli stessi princìpi, nonostante abbiano diversi profeti, diversi messia e guru differenti, Ogni religione propaga questa conoscenza. Da questo punto di vista, ci sono delle differenze, ma, andando in profondità, le religioni insegnano tutte ad amare Dio poiché Dio è in tutti. Dio ha creato tutti uguali: non c’è qualcuno che è superiore o inferiore. Questa filosofia è la stessa. Che imparino prima questa filosofia.

Ci sono centinaia di modi per trattare lo stesso argomento. Alcuni possono avvicinarsi a esso tramite il Corano, altri tramite la Gita, altri grazie alla Bibbia o a un altro testo religioso. Sono solo modi diversi. Insegnate la conoscenza di base, la filosofia. Qual è la filosofia? Tutti sono Uno. Ciascuno è uguale nella Creazione. Tutti devono essere amati e serviti. Questo è il modo per trovare la pace e la felicità nella vita. È ciò che stiamo cercando di fare. Questo dovrebbe essere utile. Tuttavia non dovreste strafare, non dovreste porre delle condizioni, come dire, per esempio, che devono fare questo e quello, altrimenti non possono venire qui. Che cosa succederebbe, in quel caso? Molti giovani penserebbero che c’è troppa filosofia. D’altro canto, tuttavia, essi coltivano i sentimenti di amore e di compassione e vogliono partecipare. È così che deve avvenire. Fatelo con calma. I giovani devono porre delle domande e voi dovete rispondergli. Se non date delle risposte alle loro domande, potrebbero coltivare dei pregiudizi verso questa opera. Talvolta le domande possono essere facili, talvolta difficili e persino imbarazzanti. Lasciate che sia Io a rispondere!


Visita divina, Malesia, 11 marzo 2019

D Swami, qual è il modo migliore per servire?

R Swami:Non ha importanza il modo che impiegate, chi servite o con quali mezzi.

L’antico subhashitam recita:

paropakarartham vahanti nadyah
paropakarartham duhanti gavah
paropakarartham phalanti vrikshah
paropakarartham idam shareeram

(I fiumi scorrono per aiutare gli altri; le mucche producono il latte per aiutare gli altri; gli alberi portano frutti per aiutare gli altri; lo scopo del corpo umano è di aiutare gli altri)

Il corpo è stato creato per il servizio. Se dividete la parola paropakara, essa è costituita da tre parti: para, upa e kara. Para significa Dio, il divino, Colui che è oltre. Upa significa ‘vicino’. Kara è ciò che fa sì che qualcosa avvenga. Perciò paropakara è ciò che vi avvicina a Dio.

Dov’è Dio? Dio vive dentro di voi, tramite la vostra natura. Ciò che vi rende maggiormente divini, che vi fa sentire l’unità con gli altri è paropakaratham. Quando fate servizio, quando aiutate gli altri, vi avvicinate alla vostra vera natura. Diventerete più divini, più gentili, compassionevoli, pacifici e beati. Scomparirà qualsiasi ristrettezza mentale e si farà strada in voi la larghezza di vedute. Questo è il concetto di paropakaratham.

Questo è il miglior sadhana (pratica spirituale). Per realizzare la Divinità non c’è bisogno di recarsi in pellegrinaggio in un luogo sacro, non c’è bisogno di fare japa (recitazione del nome di Dio) o meditazione ogni giorno o compiere delle difficili austerità.

In questo Kali Yuga, namasmarana e seva sono le pratiche più importanti. Il namasmarana è ricordare Dio e seva è servire Dio.

Dov’è Dio? Non potete andare nel Vaikuntha (la dimora del Signore Vishnu) per servirlo. Non potete andare sul Kailasa (la dimora del Signore Shiva). Tuttavia, Dio è presente in ciascuna persona che servite. Quando servite, giungete a Dio. Questo è il segreto! Non esiste nessun altro segreto nella spiritualità.

La spiritualità molto semplice e pratica è di amare e servire tutti senza alcuna distinzione o differenza. Trattate tutti alla pari e amateli: questa è spiritualità. Usare il japamala (rosario) e compiere varie forme di sadhana sono tutti modi di tenere la mente concentrate su questo pensiero. Non sono il fine, ma soltanto i mezzi per giungere allo scopo. Il fine è sentirsi uno con tutti, amare tutti, servire tutti, pensare che tutti sono parte di voi, mantenendo una mente aperta.

Questa è spiritualità, questo è ciò che state cercando di raggiungere.


15 marzo 2019 Satsang presso la residenza di Umashankar e Srividya, Singapore

D Come possiamo stare vicini a Dio?

R Swami:Può esserci un figlio senza madre? Allo stesso modo, può esistere una madre senza il figlio? È una relazione inseparabile. Lo stesso si può dire della relazione tra Dio e i suoi devoti. Dove c’è il cuore puro dei devoti, si può essere certi che anche Dio sia presente. Quando il bambino piange chiamando la madre, ovunque sia, ella accorre dal bambino. Allo stesso modo, quando i devoti pregano con il cuore puro, Dio non ha altra scelta che stare al loro fianco. Si tratta di un legame d’amore inseparabile tra Dio e i suoi devoti.

Tra tutti i figli, quale è più caro alla madre? Il figlio più caro è quello che segue la madre, la ascolta e non le procura alcun problema. Allo stesso modo, il devoto più caro al Signore è anapeksha, cioè quello che ha minori desideri. La più grande qualità di un buon devoto è di non avere desideri. Un tale devoto è soddisfatto di qualsiasi cosa Dio gli dia e attende pazientemente che Dio compia la sua volontà senza creare intralci. Tale devoto non ha una sua mente, desideri o volontà propria. Per lui, ogni cosa è volontà di Dio, ciò che Dio desidera.

È come un bravo figlio che è sempre soddisfatto di ciò che la madre fa, di ciò che gli dà ed è sempre pronto ad ascoltarla e a seguire i suoi consigli. Tuttavia, quando il figlio cresce, va a scuola, incontra altre persone, crea nuove amicizie, coltiva nuovi desideri e nuove intenzioni e non ascolta più la madre. Allo stesso modo quando i devoti si trovano in compagnia di persone mondane, dimenticano Dio e rincorrono i desideri. Pertanto, per mantenere una devozione pura per Dio, è molto importante mantenersi in buona compagnia, nella compagnia di devoti privi di desideri.

Nel buddismo c’è una preghiera: Sangham sharanam gacchhami, stai in compagnia di persone buone. Senza il sangham, senza il satsang. non è possibile conoscere o essere con il Buddha, cioè conoscere o stare sempre con Dio. Quando siete in compagnia di persone buone, tendete a fare delle cose buone. Dharmam sharanam gacchhami, fai cose buone, sii sempre sul buon cammino. Potete seguire il cammino della bontà soltanto quando siete con persone buone. È così che potrete stare con Dio: Buddham sharanam gacchhami, potrete essere in compagnia del Divino.


Laos, presso la Home Sai, 19 marzo 2019

D Swami, qual è il significato di ‘andare in pensione’?

R Swami:I non vado mai in pensione, quindi non conosco il significato di ‘pensione! (Risate) Finché siete in grado di farlo dovete continuare a lavorare e servire. Perché andare in pensione? Potete lavorare dal vostro cuore. Amare tutti, pregare per tutti, essere gentile con tutti: questo è il modo di continuare a servire. Nn esiste una parola chiamata ‘pensione’ nel mio dizionario, quindi Io non posso spiegarvi cosa significhi. Chiedetelo a qualche persona pigra: loro saranno in grado di spiegarvelo. (Risate)


Visita Divina a Hong Kong- marzo 2018

D Ho una domanda sulla fede. Swami dice che se si ha o non si ha fede non si può avere una fede al 50%. C’è un modo attraverso cui tu possa aiutare la gente a sviluppare la fede?

R Swami:Cosa posso fare per aiutare la gente ad avere fede? La fede è una cosa individuale, non è qualcosa che si possa distribuire come si fa con i dolci. La fede sorge dal cuore, non dalla mente La mente analizza, calcola e guidica, quindi non si fida mai di nulla. La testa guarda all'esterno, cioè rivolta verso l'esterno, ma la fede è rivolta verso l'interno. È attraverso questi punti di vista che uno ha o non ha fese. Più rivolgete la vostra visione dal fuori al dentro e più avrete fede. Più guardate fuori e più perdete la fede. È un bene portare la mente verso l'interno per gioire della fede. Io posso soltanto indirizzarvi sulla strada dove dovete camminare, affinché possiate prendere la giusta svolta a destra o a sinistra; posso soltanto guidarvi. Infine, camminare su quel sentiero è una vostra prerogativa e se seguite il consiglio di camminare sul giusto sentiero, allora coltiverete la fede. La fede è individuale ed è a favore di se stessi svilupparla e mantenerla.


Visita Divina in Colombia, 13 ottobre 2017

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